Verso l’alt(r)o
Canto - San Francesco
O Signore fa’ di me uno strumento,
fa’ si me uno strumento della tua pace,
dov’è odio che io porti l’amore,
dov’è offesa che io porti il perdono,
dov’è dubbio che io porti la fede,
dov’è discordia che io porti l’unione,
dov’è errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la speranza.
O Maestro dammi tu un cuore grande
che sia goccia di rugiada per il mondo
che sia voce di speranza, che sia un buon mattino
per il giorno d’ogni uomo
e con gli ultimi del mondo sia il mio passo lieto
nella povertà, nella povertà.
O Signore fa’ di me il tuo canto,
fa’ di me il tuo canto di pace
a chi è triste che io porti la gioia,
a chi è nel buio che io porti la luce.
È donando che si ama la vita,
è servendo che si vive con gioia,
perdonando che si trova il perdono,
è morendo che si vive in eterno.
Pier Giorgio Frassati
Lo prendono in giro, gli amici, lo chiamano “Frassati Impresa Trasporti” perché sempre va nelle “soffitte” degli indigenti, nelle case della periferia di Torino, che è città sì di grandi Santi, di intellettuali ma anche di tanti operai, poveri e soli.
In queste case Pier Giorgio porta di tutto: cibo, vestiti, legna, carbone, mobili; per queste persone spende tutti i soldi che la famiglia gli passa, e che saranno sempre meno.
Intanto si avvicina anche alla spiritualità dei Domenicani e diventa Terziario; a Berlino avrà l’occasione anche di conoscere padre Karl Sonnenschein, “il San Francesco tedesco”.
Questa frequentazione lo fa interrogare sulla possibilità di diventare sacerdote, progetto che però Piergiorgio accantona perché si rende conto di non avere la vocazione.
Ma lui è felice così: diserta le occasioni mondane per la Messa e alla compagnia dei giovani rampolli borghesi predilige quella dei poveri, attraverso i quali sente saziarsi la sua sete di concretizzare il Vangelo.
Sarebbe un errore, però, pensare che sia un tipo strano o isolato, tutt’altro: pieno della vera vita era, tra le altre cose, un grande appassionato della montagna e dell’alpinismo.
Salmo 121
Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l'aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore,
che ha fatto cielo e terra.
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno,
il custode d'Israele.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è come ombra che ti copre,
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
Il Signore ti proteggerà da ogni male,
egli proteggerà la tua vita.
Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.
"Ogni giorno m’innamoro sempre più delle montagne
e vorrei, se i miei studi me lo permettessero,
passare intere giornate sui monti a contemplare
in quell’aria pura la Grandezza del Creatore."
(a Marco Beltramo, 6 agosto 1923)
Preghiera Ortodossa
Vogliamo salutare il dì che muore
e chiedere perdono al Creatore.
E pace, pace, pace a voi lasciamo,
salute e pace a voi che tanto amiamo.
E pace, pace, pace a chi è turbato,
al povero, al viandante, all’ammalato.
E pace a madre terra e pace al mare
e pace a chi lontano ha da viaggiare.
E noi restiamo qui con il pensiero
in Dio che ci fa suoi nel suo mistero.